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LA RUMINAZIONE DEPRESSIVA

Immagine del redattore: Dott. Valerio LenzoniDott. Valerio Lenzoni

La ruminazione depressiva corrisponde a un processo cognitivo perseverativo disfunzionale che amplifica pensieri ripetitivi e negativi incentrati sul sé, sulle emozioni e sulle cause o conseguenze del proprio malessere. Talvolta può sembrare utile per comprendere il dolore che si prova, ma spesso perpetua gli stati depressivi all’interno di un vero e proprio ciclo di disperazione.






Pensieri Tipici nella Ruminazione Depressiva

La ruminazione depressiva tende a manifestarsi mediante pensieri ricorrenti e incentrati su errori percepiti, emozioni negative e senso di impotenza; tali pensieri alimentano il mantenimento dello stato depressivo sfociando in domande senza risposta quali, ad esempio:

• Perché proprio a me?: tale interrogativo riflette un senso di vittimismo e profonda ingiustizia percepita, aiutando lo sviluppo di un atteggiamento passivo verso il proprio malessere.

• Perché mi sento così?: il quesito esprime il bisogno di comprendere le cause del proprio stato di malessere senza dirigere tale bisogno, tuttavia, verso una soluzione concreta.

• Come sono finito in questa situazione?: un’autocritica retrospettiva che analizza gli errori percepiti nel passato.

• Cosa c’è di sbagliato in me?: questa domanda enfatizza la percezione di difetti intrinseci o personali.

• Che ne sarà di me?: quesito proiettato verso il futuro che esprime paura e pessimismo per ciò che verrà.

• Perché continuo a commettere gli stessi errori?: una lamentela ciclica che alimenta il senso di incapacità di cambiamento.

• Perché non riesco mai a essere felice?: una valutazione globale e negativa della propria vita emotiva.

• Perché gli altri sembrano avere una vita migliore della mia?: un confronto sociale negativo che intensifica i sentimenti di inadeguatezza e solitudine.


Questi pensieri bloccano la persona in una spirale di autoanalisi sterile e improduttiva volta a impedire l’elaborazione emotiva e il cambiamento, favorendo invece un rafforzamento della propria fragilità e vulnerabilità e amplificando il senso di disperazione.


Il mantenimento della Ruminazione Depressiva

Notoriamente le persone che ruminano attribuiscono uno scopo alla loro ruminazione e ritengono che possa aiutarle a comprendere meglio le cause della loro sofferenza; tale idea presuppone la speranza di poter ridurre eventuali errori futuri e portare a una soluzione o a un cambiamento, rendendo la ruminazione difficile da interrompere. Tuttavia, anziché condurre a una maggiore comprensione, questa strategia rinforza lo stato depressivo e perpetua una visione negativa del sé.


Immagine di Sé

Le persone che ruminano tendono a percepire se stesse come fragili, incapaci di affrontare le difficoltà, estremamente vulnerabili ed esposte a continue minacce emotive.


Conseguenze della Ruminazione Depressiva

La ruminazione depressiva può intrappolare l'individuo in un circolo vizioso di negatività impedendo ogni possibilità di cambiamento, ostacolando la capacità di superare i problemi e aumentando la sensazione di solitudine e disconnessione con isolamento sociale annesso.


Approcci Terapeutici

Per affrontare la ruminazione depressiva è necessario intervenire sullo scopo che la mantiene attiva, vale a dire quel che il paziente ritiene che l’atto in sé possa restituirgli. L’obiettivo terapeutico mira pertanto a smascherarne l’inutilità, dimostrando quanto il contrario sia una mera illusione e favorendo alternative più adattive. Sarà indispensabile identificare i fattori di mantenimento che inducono la persona a continuare a ruminare ed evidenziare il peso che questo processo di pensiero determina sulla vita quotidiana tramite tecniche terapeutiche ed esercizi pratici.

Sostituire la ruminazione con strategie adattive è la base per un corretto percorso verso il raggiungimento del proprio benessere mentale.




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